Anestesia del dentista: i principali luoghi comuni da sfatare

La paura del dentista è una delle più diffuse in assoluto, così tanto che si è arrivata a classificarla scientificamente e a parlare di odontofobia. Tra gli aspetti che più destano timore, troviamo senza dubbio tutto quello che ruota attorno all’anestesia.

🔎 Ti potrebbe interessare:

Per affrontarla al meglio, è opportuno fare il punto della situazione su alcuni luoghi comuni che, nonostante il tempo che passa e la capillare diffusione delle informazioni scientifiche, ancora oggi vengono spesso chiamati in causa quando si parla di questo tema.

L’anestesia dentale è dolorosa

Assolutamente no! L’anestesia dentale comporta un lievissimo stimolo doloroso nel momento in cui l’ago viene introdotto. Per dovere di precisione, ricordiamo che quest’ultimo è comunque estremamente sottile e che il dentista annovera, tra le sue abilità, la capacità di controllare l’intensità dell’iniezione.

Quello che il paziente percepisce è un leggero pizzico. In alcuni casi, la sensazione che si prova viene paragonata a una pressione. Si tratta comunque di uno stimolo sopportabile.

Svanito l’effetto dell’anestesia, arrivano effetti collaterali insopportabili

Gli effetti collaterali anestesia dentista si possono presentare. Non c’è bisogno di preoccuparsi, in quanto si tratta di un’evenienza più che normale dato che si ha comunque a che fare con una procedura medica.

Si tratta, in ogni caso, di evenienze facili da gestire. A dimostrazione di ciò, è possibile chiamare in causa il mal di testa, uno degli effetti avversi più comuni in assoluto dopo l’anestesia praticata per un intervento dal dentista.

A causarlo contribuiscono due fattori innanzitutto. Il primo è un quadro di tensione durante il trattamento. Il secondo, invece, riguarda l’esecuzione stessa dell’anestesia.

La buona notizia? Si tratta di un effetto che ha una durata breve, pari a poche ore. Altrettanto breve è la durata di un altro effetto collaterale, ossia il mal di stomaco, frequente soprattutto nei casi in cui l’anestetico è caratterizzato dalla presenza di epinefrina.

L’anestesia dentale non si può effettuare in gravidanza

Rinunciare alle cure dentali in gravidanza e tenersi il dolore è un errore molto grave. L’anestesia dentale, infatti, può essere eseguita anche durante la gestazione. Essenziale è ovviamente avvisare lo specialista dello stato di gravidanza in corso.

Come già accennato, mettere da parte le cure dentali quando si aspetta non è un approccio giusto. Esistono infatti condizioni che, come la parodontite o piorrea, possono causare complicanze serie, tra cui il parto prematuro.

L’anestesia dentale impatta sulla qualità del latte materno

Ancora molto diffusa è la convinzione errata secondo la quale l’anestesia dentale avrebbe un impatto negativo sulla qualità del latte materno nella mamma che nutre il neonato al seno.

Pure in questo caso, non c’è ragione di preoccuparsi. La quantità di farmaco che viene iniettata è infatti minima e ha un’emivita estremamente breve.

Ad avere un impatto negativo possono essere, invece, i livelli alti di ansia. Non dimentichiamo, infatti, che per vivere in pienezza l’allattamento al seno la mamma deve essere in condizioni di assoluta tranquillità mentale.

Quando ci si reca dal dentista con la consapevolezza di dover affrontare l’anestesia, non c’è nemmeno bisogno, nella maggior parte delle situazioni, di tirare il latte.

Già dopo un’ora o due dall’intervento è infatti possibile attaccare il bambino al seno.

L’anestesia dentale non può essere praticata ai bambini

Ecco un altro luogo comune sull’anestesia dentale che va sfatato assolutamente!

Questa procedura può essere praticata senza problemi anche su pazienti pediatrici, a patto che il professionista abbia grande esperienza e che sia in grado, di riflesso, di dosare il farmaco alla perfezione.

Come nel caso del paziente adulto, anche in quello del bambino è necessario, prima dell’iniezione dell’anestetico, che il dentista proceda con un’anamnesi completa, fondamentale per valutare la presenza di controindicazioni, allergie in primis.

In questo modo, si può gestire il tutto senza mettere in secondo piano la sicurezza e, soprattutto, garantendo ai più piccoli un’esperienza non compromessa dal dolore, con tutti i vantaggi del caso per quanto riguarda la costruzione di un rapporto sereno con il mondo della salute orale.

I farmaci rimangono nel sangue a lungo

Assolutamente no! I farmaci utilizzati per l’anestesia del dentista vengono smaltiti nell’arco di 6 ore massimo.

Lascia un commento