La Scuola Campana di Neuropsicologia  “Lightner Witmer” apprezza il dibattito che si è aperto su Facebook su tali importanti questioni, auspicando che i toni si mantengano pacati e costruttivi. Le guerre etniche sono inutili e dannose per lo sviluppo di una disciplina che ha al centro del suo interesse il benessere delle persone.

 

La Scuola Campana di Neuropsicologia ha da sempre valorizzato la collaborazione di differenti figure professionali per ottimizzare gli interventi riabilitativi. D’altra parte, proprio per questo lo statuto dell’associazione non pone limiti all’iscrizione di non-psicologi. Nello specifico della riabilitazione neuropsicologica, la SCNp fa riferimento esplicito a modelli che prevedono interventi integrati, che coinvolgono, oltre ad un ampio staff, anche le famiglie dei pazienti ed a questi modelli si ispira il Corso di Alta Formazione in “Neuropsicologia dell’adulto e del bambino: dalla valutazione alla riabilitazione” che da tempo la Scuola ha in programma, rivolto a tutte le figure coinvolte nel processo riabilitativo, proprio allo scopo di favorire la comunicazione tra i diversi ruoli e la prassi del lavoro di squadra.

 

Tuttavia la riabilitazione è soltanto un aspetto della pratica neuropsicologica. Questa comprende anche l’attività diagnostica, mirata all’inquadramento dei disturbi cognitivo-comportamentali, alla diagnosi differenziale verso disturbi psicopatologici, all’analisi del ruolo che le diverse variabili (danno organico, personalità premorbosa, aspetti sistemico-relazionali) giocano nella determinazione e nell’espressione delle disfunzioni. Tale attività si avvale di strumenti psicologici quali il colloquio clinico psicologico, la raccolta dell’anamnesi comportamentale, l’utilizzo di test psicometrici (cognitivi e di personalità) e fa riferimento ad un apparato teorico tipicamente oggetto di studio nei Corsi di Laurea in psicologia. Tale attività si svolge spesso in collaborazione con il medico, piuttosto che con altre figure. La neuropsicologia comprende, inoltre, l’attività forense, volta alla rilevazione della simulazione, la determinazione del grado di disabilità, l’analisi dei nessi causali tra determinati eventi e la patologia cognitiva; questi tipi di intervento si svolgono in collaborazione con avvocati, magistrati, istituti di assicurazione. In ambito evolutivo, poi, la neuropsicologia si interfaccia spesso con le figure professionali del mondo della Scuola.
Il neuropsicologo, quindi, ha competenze e settori di intervento che si estendono oltre l’ambito riabilitativo.

 

Il “Master in Neuropsicologia clinica, riabilitativa e forense” promosso dalla SCNp, di conseguenza, ha inteso contribuire alla formazione del neuropsicologo tenendo presente tutti gli aspetti citati. Inoltre, trattandosi di un corso di formazione avanzata, presuppone il possesso delle competenze psicologiche propedeutiche. Infine, le attività formative hanno per lo più un taglio applicativo, con l’addestramento all’uso di strumenti psicometrici di competenza della professione di psicologo, la stesura di referti psicologici o di perizie psicologiche, interventi di counseling familiare e così via.
Chiunque organizzi un corso di formazione, per poter coprire serenamente gli ingenti costi che le scelte di qualità impongono, ha interesse ad aprire le iscrizioni al più alto numero possibile di potenziali allievi. Un atteggiamento poco responsabile della SCNp avrebbe potuto aprire il Master a molte figure professionali. Ma la Scuola Campana di Neuropsicologia ha da tempo optato per una scelta di serietà culturale e professionale e non potrebbe attirare allievi che poi avrebbero concrete difficoltà a seguire gli argomenti tecnici specifici della professione di psicologo e, peggio, avrebbero poche o nulle possibilità di utilizzare tali competenze (non si dimentichino i vincoli di legge: non è vero che non ci sono riferimenti normativi, c’è la  legge di istituzione dell’Albo degli Psicologi, L. 56/89, c’è il decreto di istituzione delle Scuole di Specializzazione di Area psicologica che definisce la specializzazione in Neuropsicologia, ci sono anche le prime sentenze della magistratura sull’abuso della professione di psicologo). D’altra parte, nemmeno i laureati triennali in Scienze e tecniche psicologiche possono iscriversi al Master a meno che non ottengano la Laurea specialistica e l’iscrizione all’Albo degli Psicologi entro la data di conseguimento dell’attestato finale del Master.
Per esemplificare la posizione della Scuola: se una qualche ipotetica associazione medica, con atteggiamento disinvolto e prevalente scopo di lucro, organizzasse un Corso in “Tecniche di Chirurgia Estetica” e ne aprisse le iscrizioni agli psicologi, gli ingenui colleghi che partecipassero, nonostante le molte difficoltà affrontate per seguire argomenti lontani dalla loro formazione, non potrebbero certo eseguire interventi di chirurgia estetica (anche perché nessuno si farebbe rifare il naso da uno psicologo!). Avrebbe sicuramente senso, invece, la partecipazione degli psicologi ad un Corso sulle “Problematiche psicologiche del paziente di chirurgia estetica”.

 

Con la speranza di poterci incontrare e collaborare in imminenti occasioni scientifiche e/o didattiche che la Scuola organizzerà nell’ambito riabilitativo (naturalmente non solo su problematiche relative ai disturbi del linguaggio: molti contributi scientifici, professionali e didattici dei nostri soci logopedisti sono sui disturbi della memoria, dell’attenzione e così via), auspichiamo che la prosecuzione del dibattito si concentri su proposte di possibili collaborazioni professionali.

                    Scuola Campana di Neuropsicologia “Lightner Witmer”
 

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